Cerchi Concentrici

testo di Giulio Beggio

Nel primo cerchio la famiglia. Nel secondo gli amici e l’ambiente di lavoro.
Nel terzo cerchio gli altri, i vicini, secondo i valori della tradizione millenaria della Valle di Fiemme e della sua ‘Magnifica Comunità’.

«Ciao Giulio puoi venire a fare un salto da noi in Val di Fiemme, perché ti vorremmo parlare…» Dall’altra parte del telefono c’è Lorenzo Delladio. Sei mesi prima avevo ricevuto il preavviso di licenziamento dal contratto di agente di
La Sportiva, pensai dunque che l’incontro fosse finalizzato a definire gli ultimi dettagli della chiusura del rapporto con l’azienda.


Avevo iniziato a collaborare con La Sportiva come venditore per la Lombardia nel 1998 quando uno dei marchi per cui già lavoravo, The North Face, aveva acquisito la ditta della Val di Fiemme.
Conseguenza di tale operazione fu una parziale integrazione tra le due reti di vendita. Tuttavia, a causa del continuo avvicendarsi nelle posizioni al vertice della casa americana, nel 2000 la famiglia Delladio decise di riacquistare le quote cedute, tornando ad essere l’unica proprietaria dell’azienda.


Il ritorno della famiglia Delladio quale unica guida di La Sportiva determinò nel tempo la sovrapposizione concorrenziale di alcune linee di prodotto e per tale ragione, io ed altri agenti di The North Face ricevemmo una disdetta che annunciava, a breve, la fine della collaborazione con La Sportiva. Pur non condividendo ma rispettando le formali ragioni di quella scelta, ero molto dispiaciuto all’idea di interrompere un rapporto lavorativo in cui mi ero trovato bene, tanto dal punto di vista professionale quanto umano.
Per tale ragione, nei mesi successivi all’annuncio tenni fede al mio impegno contrattuale senza risentimenti, mettendo nella campagna vendita lo stesso impegno e la stessa passione che avevo impiegato anche negli anni precedenti.

Raggiunsi dunque Ziano per l’incontro. Francesco Delladio mi accolse con una vigorosa stretta di mano e con il suo caratteristico sorriso aperto e un po’ beffardo. Si mise alle mie spalle mentre io ero rivolto verso Lorenzo che avevo di fronte, quasi a mia protezione. Lorenzo prese allora la parola e mi disse che ci avevano ripensato, mi chiesero di ignorare la lettera di licenziamento poiché il nostro rapporto lavorativo sarebbe continuato indipendentemente da ogni possibile sovrapposizione contrattuale. Nella famiglia Delladio era prevalso un sentimento di fiducia, stima, profonda umanità e condivisione di un obiettivo comune che metteva al centro la passione e la dedizione per il nostro modo di vivere il lavoro e la montagna fuori dalle convenzioni. L’incontro proseguì a pranzo secondo la tradizionale ospitalità dei Delladio. Durante il pasto, complice il buon umore e un paio di bicchieri di vino, mi ero sentito nuovamente parte di un progetto che si espandeva in cerchi concentrici.


Il primo cerchio, più ristretto, stava di fronte a me ed era composto dai membri della famiglia Delladio. Del secondo facevano parte tutti i collaboratori di La Sportiva a cui continuavo ad appartenere prima di tutto come Guida alpina, più che come venditore, condividendo con tutti gli altri appartenenti al cerchio uno stile di vita e la passione per i prodotti da montagna. I contorni del cerchio successivo, che si perdono nel tempo e nello spazio, li percepii nettamente solo qualche tempo dopo durante uno dei tanti sales meeting, da sempre occasione per La Sportiva per riunire la grande famiglia in un clima di impegno, entusiasmo ed ospitalità. Quella volta, come a voler sancire un senso profondo di appartenenza, i Delladio ci iniziarono alle tradizioni che regolano da un millennio i rapporti sociali e personali nella ‘Magnifica Comunità della Val di Fiemme’ esempio incredibilmente raro di collaborazione nella gestione di un territorio e delle sue risorse. I Vicini, le Regole, lo Scario sono i nomi che rappresentano questa realtà e che, in chiave moderna, sono stati reinterpretati nelle logiche che portano un’azienda, che ha conquistato una visibilità mondiale, a mantenere un così forte legame e rispetto del territorio e delle persone che lo abitano.

A dimostrazione di questo spirito di comunanza mi piace ricordare la leggenda che narra l’evento fondante di La Sportiva. Me ne parlò una volta Francesco Delladio raccontandomi della sua bisnonna che in una notte d’inverno, durante una bufera di neve, si perse nei boschi della Valle. La Magnifica Comunità si mobilitò nella ricerca e alla fine la donna venne ritrovata sana e salva.
Durante quella notte nel bosco la madre di Narciso Delladio, il capostipite dell’azienda, preoccupata per la sorte dei suoi piedi che cominciavano a congelarsi fece promessa a se stessa che se si fosse salvata almeno un membro della sua famiglia si sarebbe dedicato alla fabbricazione di scarpe da montagna per la comunità. E così fu.

Infine, benché secondo le regole della Magnifica Comunità possa definirsi ‘Vicino’ solo un membro effettivo discendente dalle famiglie fondatrici, in tutti questi anni di collaborazione non ho mai smesso di sentirmi ‘Vicino’ a questa azienda e alla famiglia che l’ha fondata e che ha permesso che anch’io potessi entrare a far parte di questo gioco dei cerchi concentrici.


«ogliamo che tutti gli uomini, sia laici sia chierici, abitanti in valle di Fiemme, cioè che
ivi dimorano ora e in futuro, abbiano la possibilità in perpetuo di far legna, pescare, tagliare erba, pascolare e cacciare in qualsiasi luogo della valle di Fiemme; ed anche di eseguire o far eseguire delle confische verso gli estranei che non dimorano nella valle di Fiemme,
qualora costoro fossero intenzionati ad importunarvi riguardo a quelle montagne,
cioè a rendere vana l’investitura da noi fatta agli uomini della valle di Fiemme»


2 aprile 1314 - Enrico di Metz Principe-vescovo di Trento