Nadir Maguet

OVVERO CONTANO
LE OPINIONI DEI GIOVANI

«Non che adesso io sia un gigante, ma allora ero davvero un ragazzino… Era un campionato italiano a Nevegal, un vertical Cadetti: perdo una pelle di foca in partenza, me ne danno un’altra, non vinco, ma faccio un super recupero. Chissà cosa aveva visto in me quella volta il Macha…».


Nadir Maguet racconta la sua prima volta con La Sportiva, ormai quasi dieci anni fa. Macha è Massimo Dondio team manager sul campo. «In realtà, l’ingaggio lo abbiamo discusso l’anno successivo, a fine stagione dopo il Tour du Rutor, davanti a una birra». Macha, in realtà le idee le aveva ben chiare sin da subito. «Mi hanno fatto partire con lo Stratos e un anno dopo ho avuto il primo Cube, solo a fine stagione: prima avevano servito gli atleti top. Giustamente, io ero ancora uno Junior. Però la cosa che mi aveva fatto piacere era stata quella che, anche se ero ancora impegnato nelle gare a livello giovanile, venivo comunque interpellato per un parere sul materiale. Volevano il mio punto di vista. Ho trovato subito un feeling giusto con l’attrezzatura, avvertivo che c’era un’evoluzione nel materiale che mano a mano mi passavano ma non avevo ancora l’esperienza per poter dire cosa si potesse fare o cambiare per migliorare gli scarponi. D’altra parte non è facile.



Eppure continuavano a chiedere sempre le mie impressioni e i miei feedback, non bastava il classico tutto ok! È stato un segnale importante per me: anche se sei giovane e anche se sei ancora un po’ inesperto su certi aspetti, senti che l’azienda vuole la tua opinione e che vuole farti crescere. Non solo sull’aspetto della competizione, anche nel lavoro di sviluppatore. E poi sanno che mi piace molto andare a sciare in neve fresca, anche come allenamento extra, quindi hanno cercato i miei input anche per gli scarponi più orientati al freeride».


Nadir ha una sorta di venerazione per Macha, lo chiama il guru. Il rapporto tra i due da professionale è diventato di amicizia. «Ci sentiamo quasi una volta al giorno, anche d’estate, anche perché gareggio anche di corsa, naturalmente con le scarpe La Sportiva. Spesso viene a trovarmi in Valle d’Aosta e poi via con le pelli». Gli atleti del Team La Sportiva stanno bene insieme, ogni tanto capita anche di fare festa. Poi al mattino succede che qualcuno inverta gli scarponi ai piedi, ma forse questa è soltanto una leggenda.